Genere e spazio urbano
Pratiche femministe per una geografia gioiosa
Synopsis
Questo libro esplora il legame tra genere e spazio urbano provando a incorporare la militanza gioiosa nella ricerca geografica e abbracciando forme di “autocoscienza e autoignoranza” (Harding 1992) per riconsiderare approcci teorici e metodologici consolidati e adottare posture e pratiche di ricerca affini alle politiche liberatorie (Federici 2023). L’autrice ha lavorato assieme a militanti transfemministe a Cagliari e a Bruxelles, socializzate donna, bianche, cisgenere con le quali ha osservato lo spazio urbano considerando l’intersezione fra l’oppressione di genere e il privilegio della bianchezza e della cisessualità.
Il risultato è un libro fortemente riflessivo, perché la teoria che contiene è pensata a partire dalle esperienze personali e dalle storie individuali delle persone coinvolte ed è attraversata da una costante messa in discussione della presenza e dei limiti dell’autrice; gioioso, perché sceglie la strada della cura mettendo le relazioni fra le persone coinvolte al centro e perché accoglie pratiche femministe impoteranti come la parodia; politico, perché propone rappresentazioni cartografiche prima singolari e poi collettive che esprimono il funzionamento dei rapporti di potere nello spazio urbano.
La parodia è la pratica femminista per una geografia gioiosa che l’autrice e le partecipanti hanno scelto per fare l’imitazione critica di alcune discriminazioni e realizzare tre cortometraggi collaborativi, quali: La ragazza che abita in bicicletta, sul diritto alla lentezza in prospettiva di genere; Cercasi Pisciatrici!, sull’atto di urinare nello spazio pubblico come metafora del diritto alla città; e infine La liberazione di Jeanneke-Pis, sulle simbologie associate alle rappresentazioni pubbliche sessiste. Se le cartografie singolari contribuiscono a un discorso teorico sulla città, i film si prestano al dibattito pubblico, a essere discussi, divulgati, utilizzati per esercitare il diritto alla critica della contemporaneità, il diritto di porsi delle domande e figurare, pensare e diffondere scenari urbani diversi da quelli attuali.
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