Collana di Architettura. Nuova Serie
Diretta da Marco Biraghi
Comitato scientifico: Pietro Derossi, Alberto Ferlenga, Pilar Maria Guerrieri, John Macarthur, Silvia Micheli, Werner Oechslin, Luciano Patetta, Franco Raggi
L’intento della Collana di Architettura (Nuova Serie) è di tenere insieme argomenti e sguardi diversi, cercando però di mostrare – con il loro semplice accostamento – i nessi più o meno sotterranei che li legano. In questo senso, essa intende impegnarsi su due fronti: in primo luogo, quello della cultura architettonica, intesa nell’accezione più allargata, come ambito indispensabile per la formazione e la crescita degli studenti e dei giovani laureati (a cui sempre meno l’editoria italiana di settore offre punti di riferimento e spunti di riflessione), ma anche come terreno di confronto e di stimolo per studiosi e per lettori interessati alla disciplina. Accanto a titoli incentrati sulla rilettura storica e l’interpretazione critica di figure, periodi o edifici di comprovata importanza, la Collana propone dunque raccolte di scritti di architetti che abbiano dato un contributo fondamentale al dibattito architettonico (in modo particolare dal secondo dopoguerra in avanti), nonché la ripresa di testi “classici” ormai introvabili o mai pubblicati in precedenza.
Il secondo fronte a cui la Collana di Architettura (Nuova Serie) vuole rivolgersi è quello dell’architettura contemporanea, intesa come pratica professionale concreta e attuale. All’interno di un panorama editoriale italiano attento all’opera degli architetti già storicizzati, o al più di quelli oggi sessantaottantenni, esiste un vuoto enorme, che attende soltanto di essere colmato, riguardante le generazioni più giovani. In questo senso, la Collana propone una serie di titoli su architetti – italiani e stranieri – appartenenti a tali generazioni, con un taglio monografico e con un testo di carattere critico, e non semplicemente “presentativo”. Ma si offre anche come un luogo di dialogo a distanza tra rappresentanti di generazioni diverse, per mostrare la perenne “novità” dei fondamenti e la capacità di essere fondato del nuovo.