Ospedali&Salute. Diciassettesimo Rapporto annuale 2019
Synopsis
Pubblicato con licenza Creative Commons Attribuzione-Non Commerciale-Non opere derivate 4.0 Italia (CC-BY-NC-ND 4.0 IT) nella collana Aiop - Associazione italiana ospedalità privata
Il Rapporto Ospedali & Salute/2019 ha raggiunto, ormai, la 17a edizione, dando conto – anno per anno – dell’andamento del nostro sistema ospedaliero misto, costituito da una componente di diritto pubblico (con diverse tipologie di istituti) e da una componente di diritto privato (a sua volta con differenti tipologie di strutture accreditate).
Si tratta di una realtà costituita da un migliaio di ospedali, con i loro 190.000 posti letto, che trattano, annualmente, 8 milioni di pazienti acuti, in regime di ricovero ordinario e in day hospital, oltre che 500.000 persone, che utilizzano strutture di riabilitazione e di lungodegenza: impiegando più di 600.000 addetti, con una spesa complessiva di 63,6 miliardi di euro, pari al 55,7% della spesa sanitaria pubblica totale.
È bene ricordare che il Rapporto si caratterizza per due scelte distintive.
Da un lato, ha come obiettivo quello di comprendere il livello di soddisfazione degli utenti e dei cittadini, rispetto alla loro domanda di salute e, quindi, il funzionamento della “macchina” ospedaliera.
Dall’altro è predisposto da un “soggetto terzo”, che analizza e valuta in autonomia l’andamento delle esperienze e delle opinioni della popolazione, nonché l’andamento delle strutture ospedaliere.
L’attenzione quest’anno è stata rivolta al difficile perseguimento di una accettabile “medietà” dei servizi e delle prestazioni, che dovrebbero essere garantiti per tempi, per qualità, per territorio (e per singola struttura ospedaliera e post-ospedaliera).
Ma questo non avviene, malgrado i risultati statistici medi registrino, nel corso del tempo, una crescita della complessità delle prestazioni e dell’efficacia delle medesime: la media statistica si scontra, infatti, con una “medietà” che non è, ancora, effettiva, accettabile e diffusa, come confermano i fenomeni rilevati.
In particolare si ricorda: l’aumento significativo, nel 2019, delle persone in lista di attesa e con tempi ulteriormente prolungati, rispetto alla situazione già problematica del 2018; l’affaticamento progressivo degli utenti, a seguito del processo di de-ospedalizzazione che negli anni ha fatto “rimbalzare” i pazienti dai ricoveri ospedalieri ordinari alle prestazioni in day hospital e, quindi, da queste ultime a quelle in day service ambulatoriale; ma anche il peggioramento pronunciato, negli ultimi 5 anni, dei sistemi di “giunzione” tra la medicina di base e gli ospedali e tra questi e i servizi post-ricovero (di riabilitazione, di lungodegenza, di RSA e di assistenza a domicilio).
L’analisi della “macchina” ospedaliera ha, inoltre, registrato il permanere di un processo di de-finanziamento di sistema, in corso ormai da tempo, che colloca l’Italia all’ultimo posto nel rapporto tra spesa sanitaria pubblica e PIL rispetto alla media dei Paesi OCSE. Una situazione alla quale si somma l’evidente difficoltà di incidere sulle inefficienze, da parte della componente pubblica, come mostra puntualmente il monitoraggio quinquennale dei Conti Economici delle Aziende Ospedaliere.
La soluzione del dilemma, rappresentato dal continuo aumento dei bisogni e delle attese dei pazienti e dei cittadini, da un lato, e il parallelo processo di de finanziamento in corso del sistema, dall’altro, richiede una riscrittura realistica del Patto tra Stato e Cittadini, in tema di protezione della salute (e di welfare nel suo complesso): le Mappe Cognitive del passato non bastano ormai più per interpretare il presente ed, ancora meno, servono per progettare il futuro di un sistema che abbia come scopo quello di preservare, realmente, gli obiettivi universalistici e solidali sui quali si basa sin dalla sua fondazione il SSN.