Il cavallo blu
Storie di uguaglianza e comunità
Synopsis
Traduzione italiana a cura di Paolo Pini, Trine Habberstad, Guro Waksvik
Nel 1973 accadde qualcosa di molto speciale nella città di Trieste. Dietro un cavallo azzurro in legno e cartapesta, alto quattro metri, il personale e i pazienti degli ospedali psichiatrici della città, artisti e cittadini camminarono in processione.
Il cavallo blu divenne, in seguito, un simbolo della lotta etica, sociale e politica che portò alla chiusura dei manicomi italiani nel 1978, grazie alla legge Basaglia.
Il libro, curato nella sua traduzione italiana dall’Associazione Mediterraneo di Livorno, segue le tracce del cavallo blu in Italia e in Norvegia, paese in cui è stato pubblicato per la prima volta, e si struttura su parole chiave come socializzazione, antistigma, turismo sociale, crescita, padronanza, sviluppo, salute mentale, ricerca azione e recovery.
I temi trattati sono quelli della compagnia, dell’appartenenza, dell’uguaglianza, della tolleranza e della ricerca di nuovi ruoli e nuovi significati come strumenti operativi di inclusione sociale.
Articolato su interviste e ritratti dei pazienti, dei professionisti, dei volontari, degli insegnanti e degli studenti, sia italiani sia norvegesi, che hanno partecipato a quel progetto e ancora ne fanno parte, la sua lettura permette di entrare senza pregiudizi nelle loro storie, raccogliendo le testimonianze di esperienze tra pari e di comunità.
Il testo è pensato per la fruizione da parte delle persone che usano i servizi di salute mentale. Tuttavia risulta interessante anche per gli addetti ai lavori e, grazie al suo significativo apparato iconografico, per un pubblico più ampio.
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