«Non esisto: dunque sono»
Incontri immemoriali e drammi inediti di Carmelo Bene
Synopsis
Tema di questo studio è il rapporto del teatro di Carmelo Bene con la poesia, o il rapporto della poesia con il teatro attraverso la “decostruzione” di Carmelo Bene, prendendo in esame alcuni snodi della poetica dell’artista in genere elusi dalla critica o rilevati come insolubili aporie.
Nel tracciare un itinerario l’attenzione si focalizza su alcuni incontri di Bene – reali o virtuali – scarsamente documentati, perlopiù risalenti agli anni Sessanta, tra cui spiccano quelli immemoriali con Franco Cuomo e Roberto Lerici, anche co-autori dei copioni, tuttora inediti, di Faust o Margherita, lavoro di Bene e Cuomo datato 1965-1966, e di Romeo & Giulietta (storia di Shakespeare) secondo Carmelo Bene, opera del 1976-1977 che vide Cuomo e Lerici impegnati come collaboratori al testo e alla traduzione.
La chiave di lettura complessiva è «Non esisto: dunque sono», intuizione folgorante che l’attore-poeta pose quasi in epigrafe al suo libro del 1982, La voce di Narciso, e che consente di argomentare – in una trattazione che tocca anche la verticalità e l’attorialità in Grotowski, nonché le teorie dell’audiovisivo elaborate da Pier Paolo Pasolini e da Gilles Deleuze – come il percorso beniano di “sottrazione” si svolga all’insegna della poesia intesa – prima e più che come scrittura verbale in versi – come meccanismo compositivo fondato su un procedimento di tipo metaforico, con l’obiettivo di prefigurare una strada per raccogliere l’eredità “impossibile” di chi ha forse cambiato per sempre le regole dell’arte teatrale (e non solo).
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