Tracce per una sociologia dello sport in Italia: 1948-1962
Synopsis
La cultura non è figlia del lavoro ma dello sport suggeriva José Ortega y Gasset. L’itinerario proposto dal volume muove da una ricognizione dedicata alla produzione sul tema dello sport e del tempo libero che si sviluppa in origine nelle aree linguistiche anglosassone, francese e tedesca, al fine di una contestualizzazione delle tracce reperibili in Italia.
Vengono ricordate e riportate, in proposito, le intuizioni sul tema di uno studioso come Achille Ardigò; intuizioni alle quali si possono legittimamente aggiungere quelle, seppure poco sistematiche, di altri esploratori del pianeta sport. La ricerca in questo campo, infatti, rappresenta ancora una sfida al modello accademico-disciplinare vigente perché non esiste nessun fenomeno sociale votato, come lo sport, a violare i confini dell’accademia e a infrangerne gli steccati.
Il progressivo insediamento nel panorama più ampio delle scienze sociali della tematica sportiva è ricostruito muovendo anche dall’analisi del caso italiano e dei suoi tratti distintivi. Ne emerge una rappresentazione originale di quella fase di progressiva legittimazione scientifica della ricerca di settore che coincide con la progressiva emancipazione della cultura nazionale dalla soffocante eredità dell’idealismo e del formalismo giuridico. Il sofferto e tardivo riconoscimento del fenomeno sportivo come “fatto sociale” rappresenta così una sorta di passaggio d’epoca.
Il testo evidenzia i caratteri peculiari, ma anche le distinzioni e i dissensi, cha accompagnano il travagliato insediamento del fenomeno sportivo in Italia, nel contesto della tarda modernità e poi della transizione alla postmodernità. Vuole essere un contributo per ripercorrere e aggiornare l’analisi della produzione scientifica italiana sul tema, collocandone le radici nei più estesi processi di internazionalizzazione e di globalizzazione, di cui il testo di Ardigò è puntuale testimonianza.
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