La difficile cura nel recupero edilizio
Legittimità del dubbio tra reversibilità e irreversibilità negli interventi post-sisma in Friuli
Synopsis
Il libro nasce nell’ambito di un lavoro di ricerca, avviato diversi anni orsono, entro cui si colloca anche un precedente volume dal titolo Permanenze e contaminazioni architettoniche. Dal tipo edilizio a ballatoio su pilastri a quello a loggia nel Friuli prealpino. In questo contesto, la presente opera approfondisce gli aspetti legati agli interventi di recupero seguiti al terremoto del Friuli-Venezia Giulia del 1976.
Le tematiche progettuali, le tecniche, le istanze e le criticità del recupero vengono analizzate non solo in rapporto allo stato dell’arte, alle indicazioni legislative e ai riferimenti normativi di allora, ma per la prima volta anche in chiave attualizzata. Infatti, la ricerca è essenzialmente mirata a una lettura critica delle tecnologie e dei materiali utilizzati, nonché dei magisteri costruttivi messi in campo, ma anche in relazione ai caratteri tipologici e antropici che essi detengono e rappresentano, prendendo in esame diversi “casi studio”.
In tale quadro, viene affrontato il problema delle possibilità di nuovi interventi sugli edifici già a suo tempo recuperati, valutando il grado di reversibilità di questi ultimi, unitamente a eventuali nuovi interventi. Dall’analisi emerge la legittimità del dubbio nell’intervento sull’esistente che, per le ragioni ampiamente esposte nel testo, non segna la fine della ricerca in questa sede, ma solamente pone le basi per ulteriori sviluppi tesi a individuare metodologie e buone prassi per il futuro, affinché il dubbio lasci sempre più spazio alla certezza.