La spesa pubblica in Italia. Una crescita senza limiti?
Synopsis
Pubblicato con licenza Creative Commons Attribuzione-Non Commerciale-Non opere derivate 3.0 Italia (CC-BY-NC-ND 3.0 IT) nella collana Economia - Ricerche - Open Access
Nell’ultimo decennio, nei paesi occidentali la sostenibilità dei debiti sovrani dovuta alla dimensione ed al finanziamento dei disavanzi pubblici ha posto al centro del dibattito politico-economico il livello e la crescita della spesa pubblica. È così ritornata di attualità la legge di Wagner, che prende il nome dallo studioso tedesco Adolf Wagner, il quale, alla fine dell’ottocento, aveva individuato una regolarità empirica, secondo cui, con lo sviluppo economico, aumenta la quota della spesa pubblica sul reddito nazionale. Questo volume analizza l’evoluzione della spesa pubblica e sottoporre a verifica la legge di Wagner in Italia lungo l’intera storia post-unitaria. Si trova un’evidenza molto forte in favore di detta legge dall’Unità nazionale alla fine del XIX secolo, quando essa è verificata sia per la spesa totale che per tutte le singole categorie di spesa. Diversa è la situazione nel secondo dopoguerra, quando la legge di Wagner vale non più per la spesa totale, ma solo per sue alcune categorie: infrastrutture, welfare e azione redistributrice, ma non per la spesa in istruzione. Così, se da un lato questa configurazione della spesa è servita a rafforzare il ruolo dello Stato nella società italiana e ad accomodare una domanda crescente di protezione sociale da parte dei cittadini, dall’altro lato è dubbio che essa sia stata funzionale a promuovere al meglio la crescita economica.