In un continente diviso. L'Italia, l'Europa orientale e la discesa della cortina di ferro
Synopsis
Pubblicato con licenza Creative Commons Attribuzione-Non Commerciale-Non opere derivate 4.0 Internazionale (CC-BY-NC-ND 4.0) nella collana Temi di storia
Il volume si concentra su quelle che Milan Kundera ha definito «le rivoluzioni comuniste» del secondo dopoguerra; o meglio, «queste strane pseudorivoluzioni, importate dalla Russia e compiute sotto la protezione dell’esercito e della polizia», eppure «piene di psicologia rivoluzionaria autentica… vissute dai loro aderenti con grande pathos, entusiasmo e fede escatologica in un mondo assolutamente nuovo». Senza dubbio la formazione del blocco sovietico e l’affermazione di regimi caratterizzati dal predominio dei partiti comunisti in ogni sfera della vita pubblica rappresentarono un tornante decisivo non solo per la cosiddetta Europa orientale, ma per l’intero continente. Anche in Italia le ripercussioni furono notevoli. Uomini di governo e diplomatici seguirono con grande attenzione gli sviluppi in corso nella regione sulla quale stava calando la cortina di ferro, con lo sguardo rivolto alle fondamentali scelte con cui l’Italia era chiamata a confrontarsi, tanto sul piano interno quanto su quello internazionale. Anche in una prospettiva di più lungo periodo emergevano dilemmi con i quali la classe dirigente e l’opinione pubblica nostrane si sarebbero confrontate per decenni: quale atteggiamento adottare nei confronti dell’egemonia di Mosca in Europa orientale, come comportarsi di fronte ai tentativi di resistenza posti in essere dalle popolazioni locali, con quali parametri valutare i nuovi sistemi politici affermatisi a Est.