L’Europa fascista
Dal “primato” italiano all’asservimento al Reich (1932-1943)
Synopsis
La politica europea dell’Asse rappresenta un capitolo in larga parte non scritto. Tuttora poco si conosce di quanto abbia unito e quanto invece abbia contrapposto il regime fascista e il Reich nazista rispetto all’ordine postbellico. In particolare, meno noti sono i progetti italiani di Europa fascista, che già la guerra aveva confinato ai margini della politica dell’Asse. Il libro ricostruisce appunto il dibattito sul nuovo ordine europeo, sviluppato dagli anni '30 alla primavera del 1943 da politici, filosofi, letterati, antropologi e geografi fascisti. Un dibattito che si dipanò parallelamente all’evolversi del quadro internazionale e del conflitto.
L’esame diacronico di questi progetti, nei quali gli elementi peculiari dell’ideologia fascista si intrecciavano – strumentalmente – alla tradizione latina e cattolica, consente quindi di far riemergere il filo dei rapporti fra Italia e Germania e fra Italia e alleati minori dell’Asse. La stessa scelta lessicale – Europa fascista, Europa dell’Asse, Europa cattolica o Europa delle nazioni – riflette icasticamente lo snodarsi degli equilibri: dalla collaborazione alla competizione, dalla paura ai tentativi di riscossa.
Nel 1943, l’idea di un’Europa delle nazioni, che sottendeva una chiara trama antitedesca, fu l’ultima, velleitaria rivendicazione di un nuovo ordine, in cui l'Europa dell'Asse non fosse soltanto un'Europa nazista.
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